L’accertamento fiscale è l’attività dell’Amministrazione tributaria che ha come obiettivo principale “l’indagine e la verifica della situazione fiscale delle imprese che operano nel territorio nazionale e che sono obbligate al pagamento delle imposte”. La legge 58/2003 (LGT) autorizza l’Amministrazione tributaria a svolgere un controllo fiscale con maggiore efficacia rispetto a quello effettuato dagli organi di gestione fiscale ordinaria: in particolare si tratta di azioni di verifica dirette a scoprire ciò che l’Amministrazione non conosce.

In generale, le azioni di ispezione sono di carattere “selettivo”, in quanto vengono eseguite solo su certi tipi di contribuenti che presentano determinate caratteristiche fiscali. Infatti, l’indagine tributaria non può essere effettuata arbitrariamente, in quanto la legge che regola la materia, garantisce la protezione totale sulla eventuale arbitrarietà dell’amministrazione tributaria.

In particolare, l’Amministrazione tributaria redige annualmente una serie di piani di controllo in cui sono riportati le linee guida e i criteri in virtù dei quali si realizzeranno le future azioni fiscali. In generale si fa riferimento a settori commerciali ad alto rischio fiscale, o a un certo fatturato, ma esiste anche un criterio “casuale”.

Il Piano di Controllo 2021, studiato dallo Stato, prevede una ricerca più intensa e dettagliata sul reddito ottenuto da imprese o autonomi nel territorio spagnolo. In particolare, sui redditi prodotti da artisti e atleti non residenti e/o operazioni effettuate con criptovalute.

Oltre al criterio casuale, molte delle ispezioni fiscali sono avviate per il mancato rispetto delle norme che regolano il pagamento dei dazi da parte dei contribuenti, soprattutto nei settori di attività commerciali considerati ad alto rischio fiscale. Va da sè che l’accertamento fiscale mirato presuppone una serie di incongruenze delle dichiarazioni fiscali, il primo tra i quali è rappresentato dalla reiterazione delle dichiarazioni con basi imponibili negative. Un altro campanello che induce ad una situazione di allarme, è quello generato dalle discrepanze tra i modelli trimestrali e annuali che devono essere presentati da imprese e liberi professionisti.

Un’altro motivo per innescare un’indagine fiscale è, certamente, rappresentato dall’indicazione, nelle dichiarazioni dei redditi, delle detrazioni per spese non dovute che generano un risultato discutibile sull’attività economica, o il superamento dei limiti consentiti, come le spese del veicolo, la benzina, la fedeltà dei clienti, le forniture.

Sotto il profilo formale, l’articolo 34 della LGT prevede che, nel corso della procedura di controllo, i contribuenti abbiano il diritto di essere informati dall’amministrazione sull’esercizio dei loro diritti e sull’adempimento dei loro obblighi. Per esempio, i contribuenti accertati hanno il diritto di non fornire i documenti già presentati nei modi previsti dalla legge e che sono già in possesso dell’Amministrazione.

È altresì opportuno sottolineare il diritto all’inviolabilità del domicilio di cui all’articolo 113 LGT, che obbliga gli agenti tributari di esibire al contribuente l’adeguata autorizzazione giudiziaria prima dell’ingresso nel domicilio. Ciò riguarda sia l’indirizzo di casa che la sede legale. Vale la pena notare che sussiste una consolidata giurisprudenza che respinge la possibilità dell’Amministrazione di poter ottenere un’autorizzazione giudiziaria per entrare nella casa del contribuente o nella sede legale “forzatamente”, cioè con l’accusa di frode.

L’amministrazione chiude la procedura di ispezione con il processo verbale, un documento contenente l’esito del procedimento dell’ispettorato e che può dichiarare l’azione corretta o proporre l’adeguata regolarizzazione. Esistono tre tipi di esiti dell’ispezione tributaria: registrazioni di conformità, dichiarazioni di non conformità e minuti di conseguenza.